Alla ricerca di Arnaldo - Storia di un ceramista e di luoghi dimenticati

arnaldo-600Fu Carla Francucci, ceramista di Formello (Roma), ma conosciuta a Montelupo Fiorentino a parlarmi per la prima volta di Arnaldo Del Priore.

Ero alla ricerca per la mia rubrica "CERCANDO UN ALTRO MONDO" persone che hanno cambiato il loro stile di vita e la storia di questo ceramista che vive e lavora in una fabbrica abbandonata, mi colpì. Arnaldo infatti si è ritirato in un edificio decadente nei pressi di Capanna Flaminio, alcuni chilometri fuori Roma verso Civita Castellana.

Decisi così di inserire nel mio viaggio questa tappa in cui avrei avuto modo di conoscere meglio sia Carla Francucci e il suo laboratorio sia la figura di Arnaldo.

Così il 27 luglio 2017 arrivato a Formello, insieme a Carla siamo andati alla ricerca di Arnaldo. Superato il cancello d'entrata mi sono reso conto che tutto era come mi aveva sommariamente descritto Carla: davanti ai miei occhi si presentava una struttura decadente, testimone di un'epoca industriale da tempo conclusa.

Osservai subito che la scritta sopra il tetto degli uffici era rotta e di quella che prima era chiamata ITALCERAMICA, erano rimaste solo ben poche misere lettere. Ad accoglierci c'erano tre Yorkshire terrier e solo in seguito, tra un dedalo di materiali in abbandono, macchinari in gran parte fuori uso, imballi marci e un vecchio forno a tunnel - che funzionava a olio esausto o ad altro di parecchio inquinante- ecco spuntare Arnaldo.

Arnaldo in questo labirinto di spazi, si muove agevolmente come un indio nella sua foresta, sa esattamente dove trovare la maiolica, dove i colori e tutti gli altri elementi che gli servono per poter continuare a produrre ceramiche in uno stile fuori dalle mode e dal mercato. Chissà, forse ci sono ancora persone che per solidarietà o anche per un interesse verso produzioni fuori moda, comprano le sue creazioni.

Girando per questi spazi enormi ci si può imbattere in goffe statuine erotiche dietro le quali si intravedono piccoli busti di Papa Wojtyla, insieme ad alcune cornici in ceramica con l'immagine di qualche defunto. Poco più in là, in una zona molto illuminata di uno dei capannoni, si apre uno spazio dove oltre ai lavori di Arnaldo, si trovano manufatti di vari artisti a dare bella mostra di sé.

Quello che comunque mi ha colpito di questi capannoni è che si trovano ancora i calendari di Valeria Marini giovane, lei è rimasta immutata, la sua immagine di donna florida contrasta con la decadenza dell'intorno, ma dona a questo posto un tocco di leggiadra poesia erotica.

Che dire di Arnaldo, è il custode di questi spazi e del tempo in cui sono rimasti bloccati: senza di lui sarebbero dei capannoni sprofondati nell'incuria umana e destinati inevitabilmente alla demolizione.
È grazie a lui se sono ancora vivi e si possono visitare e magari, se trovate qualcosa da comprare, aiuterete Arnaldo a dare a questo posto una ragione per continuare ad esistere.

Danilo Rigon


Articolo pubblicato su: La Ceramica Moderna e Antica Nr. 298 di Ottobre/Dicembre 2017 a pagina 82

 

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